Passa ai contenuti principali

Perchè le telecamere Dash Cam per autoveicoli sono così utili.

Cosa sono le Dash Cam per autoveicoli e perchè possono essere molto utili?

Le Dash Cam sono un vero e proprio 'terzo occhio' sempre puntato in strada. 

Le DashCam si installano all'interno dell'autovettura nelle vicinanze dello specchietto retrovisore e si orientano all'esterno nella direzione di marcia. Furono lanciate sul mercato intorno al 2012-2015 per documentare eventuali incidenti stradali. Ma a tutt'oggi in Italia vengono trattate molto marginalmente dalla grande distribuzione. Devono quindi essere acquistate online, dove però nella maggior parte dei casi sono delle cineserie. Presentano infatti scarse prestazioni soprattutto di notte, risoluzioni non reali perchè interpolate, elementi ottici con un numero di pixel non veritiero, compressioni video inadatte alla ripresa di targhe in rapido movimento, autoshutter carenti in presenza di riflessi e abbagli, frame rate non veritieri, sensori di parcheggio e sensori di crash spesso inaffidabili. Sono limiti pesanti per strumenti che devono catturare targhe, volti e dettagli in movimento anche in ore notturne. Si tratta di limiti che possono fare la differenza fra una prova risolutiva e una prova da cestinare.

Le DashCam di gamma media partono da 300 euro circa. Mentre i modelli di gamma alta possono arrivare a 800-1000 euro. Ai quali bisogna aggiungere 100 euro circa per l'installazione da parte di un buon elettrauto.

Alcuni automobilisti preferiscono non evidenziare che c'è una DashCam in auto. In questi casi l'apparato viene nascosto nelle modanature o nelle scatolature dello specchietto retrovisore, che quasi sempre deve essere sostituito. Diversamente sono strumenti evidenti, visto che hanno dimensioni simili ad una macchina fotografica.

Le Dash Cam sono utilissime non solo per documentare gli incidenti stradali.
1) Possono documentare tentate truffe. C'è ad esempio chi attraversa la strada sulle strisce pedonali e improvvisamente si butta a terra davanti al veicolo simulando un investimento. In realtà non è mai stato neppure sfiorato. O chi finge di aver subito il danneggiamento dello specchietto retrovisore per estorcere denaro.
2) Possono documentare multe ingiuste o irregolari, segnali stradali errati o inesistenti, caselli autostradali malfunzionanti, cantieri stradali non a norme, inefficienze e abusi della pubblica amministrazione, autovelox non a norme.
3) Possono documentare trombe d'aria, allagamenti, frane, fulmini, crolli, perdite di carichi o di parti meccaniche da veicoli che precedono.
4) Possono documentare aggressioni, rapine, assalti e altri crimini che avvengono davanti a noi, anche se non ci coinvolgono direttamente.

Come sempre nei nostri blog dedichiamo un focus al mondo investigativo. Ebbene si, le DashCam possono essere utili anche durante pedinamenti e controlli. Ad esempio può capitare di incrociare all'improvviso una persona controllata che è appena uscita da casa, dal lavoro, dall'auto o da un locale pubblico. Oppure che sta camminando o conversando con qualcuno in luogo pubblico. Sono casi in cui non c'è tempo per fare delle foto o dei video. Le DashCam assicurano delle riprese di emergenza. 
Le DashCam possono essere usate anche per fare dei semplici video appostamenti elettronici. Ovviamente non sono specifiche per lo scopo, ma possono comunque prestarsi a casi di emergenza quando le distanze sono ridotte e quando c'è una buona luminosità ambientale. Va detto che questi apparati di solito si spengono in sosta. Ma alcuni modelli consentono di proseguire la videoregistrazione anche in sosta, oppure sono facilmente modificabili per fornire una videoregistrazione continua.
 
Aspetti legali. 
A parte i luoghi considerati speciali (es. installazioni militari) e i luoghi dove è affisso il divieto di fare delle riprese, ad oggi in Italia l'utilizzo delle DashCam in luoghi pubblici è legale. Il Garante della Privacy italiano non si è infatti ancora espresso sulle DashCam e non esistono regolamentazioni o limitazioni ad hoc. La situazione è diversa in altre nazioni europee: ad es. Svizzera, Belgio, Lussemburgo e Portogallo hanno vietato questi apparati. Mentre Germania e Austria pongono restrizioni talmente pesanti che li rendono pressochè inutilizzabili.

In Italia l'assenza di divieti e regolamenti non esime dal rispetto di alcuni principi generali connessi alle regole del garante della Privacy del 2010 sulla videosorveglianza in luoghi pubblici:
1) Liceità e finalità. Le DashCam devono essere usate da persone fisiche su veicoli di loro proprietà per l'esercizio di un diritto legalmente riconosciuto e meritevole di tutela, come la raccolta di immagini in caso di incidenti, illeciti e abusi.
2) Minimizzazione dei dati e conservazione dei dati. Le DashCam devono avere un angolare di ripresa limitato al perseguimento delle finalità prefissate (tipicamente circa 120-150° orizzontali). Possono essere estratte e conservate solo le videoregistrazioni necessarie al conseguimento delle finalità prefissate (es. il momento dell'incidente). Tutto il resto deve essere cancellato in tempi brevi o sovrascritto automaticamente ad esaurimento della memoria disponibile ('recording loop'). In caso di utilizzo delle videoregistrazioni, i video estratti devono essere proporzionati e attinenti alla finalità prefissata sia nella durata (che deve essere la più breve possibile) che nel contenuto. 
4) Riservatezza. Ovviamente c'è l'obbligo di non divulgare pubblicamente le riprese (se nei video ci sono targhe, volti riconoscibili o altri elementi che possono ricondurre ad una o più persone).
5) Protezione dei dati. La scheda di memoria non deve essere liberamente accessibile a terzi. A questo proposito è da ritenersi sufficiente la chiusura delle portiere quando il veicolo è in sosta e il controllo da parte del proprietario della DashCam sulle persone autorizzate ad entrare nel veicolo (che potrebbero quindi accedere alla scheda di memoria). Mentre non risultano obblighi di criptazione delle videoregistrazioni e di password di accesso.

Da segnalare infine che le DashCam devono essere installate in punti che non ostacolino la visuale del conducente (art. 141 comma 2, del Titolo V Codice della Strada). A differenza di altre nazioni europee, in Italia non risulta neppure l'obbligo di notificare che si è in possesso di una DashCam in caso di incidente. L'esibizione delle videoregistrazioni da parte dei possessori di questi apparati è quindi una libera scelta. Al momento in Italia le compagnie di assicurazione non offrono sconti e incentivi per chi installa una DashCam, nonostante che le versioni di gamma medio-alta siano più potenti ed efficaci delle cosidette 'scatole nere assicurative'. Questo è probabilmente dovuto al fatto che non esiste una regolamentazione legislativa e omologativa in materia. Ma anche al fatto che il mercato è saturo di versioni low-cost cinesi che vengono percepite come inadatte a supportare situazioni serie e delicate come gli esiti di sentenze e risarcimenti. Tuttavia, nel caso di gravi incidenti con responsabilità dubbie, spesso le principali compagnie di assicurazione accettano le videoregistrazioni con riserva di valutarle.

In sede di giudizio le videoregistrazioni delle DashCam possono essere ammesse nei procedimenti civili e penali come prove atipiche documentali. Ma non sempre vengono ammesse. E' il giudice che decide se assumere le videoregistrazioni come prove ex art. 2712 C.C. (che, assieme ad altri elementi, possono formare il suo convincimento). Le videoregistrazioni delle DashCam sono anche acquisibili, da un punto di vista amministrativo, come atti di accertamento ai sensi dell’articolo 13 della legge 689/1981.

DashCam Garmin


Home page servizi


Post popolari in questo blog

Cosa possono fare le agenzie investigative in Italia?

In linea di principio generale in Italia un investigatore privato può compiere solo attività che sarebbero lecite anche se venissero compiute da un privato cittadino. Un investigatore privato non può perquisire persone e luoghi, accedere ad ambienti privati senza il consenso del titolare del luogo, intercettare comunicazioni riservate, acquisire dati coperti da privacy, violare sistemi informatici, proteggere l'incolumità fisica di chi si sente minacciato, svolgere attività di pubblica sicurezza, limitare le libertà personali.  Mentre un investigatore privato   può pedinare e appostarsi in luogo pubblico,  scattare foto in luogo pubblico,  raccogliere informazioni da banche dati pubbliche, accedere ad ambienti privati con il consenso del titolare del luogo. In pratica sono attività che, di per sè, non configurano ipotesi di reato anche se vengono svolte da un privato cittadino. La differenza sostanziale rispetto ad un privato cittadino sta nel fatto che l’investigatore privato, in

Trojan di Stato o captatori informatici installati a distanza. Come funzionano?

Dopo il caso Palamara del 2019 sono sorte curiosità sui Trojan di Stato (detti anche 'captatori informatici' ) introdotti dal DL 216/2017. In particolare ci si chiede se siano davvero installabili a distanza in un cellulare senza che l'utente se ne accorga. L'installazione a distanza di un Trojan non è impossibile come molti sostengono. Ma non è neppure una prassi comune come sostengono altri. Diciamo subito agli appassionati del tutto gratis e del tutto facile che stiamo parlando di strumenti concepiti per gli enti di intelligence. Quindi nulla a che vedere con le App Spyphone commerciali. Il primo passo per tentare l'inoculazione del Trojan consiste nello studio a distanza del cellulare target allo scopo di individuare delle vulnerabilità. Parliamo di falle nella sicurezza del sistema operativo (o delle App già installate nel cellulare) sfruttabili per tentare l'inoculazione a distanza del Trojan. Quasi in disuso sono invece le tecniche di 'social engineer

Furti in auto senza scasso. Attenzione al telecomando auto.

Furti in auto senza scasso. Come fanno? Attenzione al telecomando dell'auto! Il malintenzionato si apposta ad una distanza di 5-15 metri. Appena la vittima parcheggia e scende dall'auto, il ladro attiva una potente trasmissione radio di disturbo. In pratica l'impulso radio per la chiusura delle portiere parte regolarmente dal telecomando e raggiunge regolarmente la centralina dell'auto. Ma la centralina non può 'ascoltare' l'impulso perchè è assordata da una radiotrasmissione molto più potente. Quindi le portiere dell'auto restano aperte. Complici la fretta, il rumore del traffico e l'abitudine a voltare le spalle all'auto quando ci si allontana, molti automobilisti non verificano se le portiere dell'auto si sono effettivamente chiuse dopo aver premuto il pulsante del telecomando.  Il ladro trova quindi le portiere aperte e può entrare in azione. Il fenomeno riguarda soprattutto i parcheggi di grossi supermercati e gli autogrill.  Come spesso